Dott.ssa Laura Moratti
Sono stata cattiva.. ho mangiato un dolce!
ð Quanto spesso giudichi un giorno - o un pasto - come "buono" o "cattivo" ðķðŧ ðŊðŪððē ðŪ ð°ðķðžĖ ð°ðĩðē ðĩðŪðķ ðšðŪðŧðīðķðŪððž (o non hai mangiato) quel giorno?
â Il tuo corpo ðĄðĒðĄ ððķ ðŋðēððēðððŪ magicamente ogni notte a mezzanotte. Troppo spesso vedo persone giudicare la loro giornata come "buona" o "cattiva" (in base a qualche standard arbitrario o a regole alimentari o di dieta) per poi pensare "ðĨð°ðŪðĒðŊðŠ ð§ðĒðģð°Ė ðŪðĶðĻððŠð°" o "ðĨð°ðŪðĒðŊðŠ ðĒð·ðģð°Ė ðŪðĶðŊð° ð ðĶ ðąðŠðķĖ ð ".
âïļ Ma il punto ÃĻ questo: si tratta di un tipo di ð―ðēðŧððķðēðŋðž ðŊðķðŧðŪðŋðķðž (bianco o nero, tutto o nulla, on/off) che ti offre solo una delle due opzioni: ððð°ð°ðēðððž ðž ðģðŪðđðđðķðšðēðŧððž. Non lascia spazio per impegnarsi, riflettere, imparare o crescere.
â ïļ Di fatto il pensiero binario ÃĻ il piÃđ comune perchÃĐ puÃē farci sentire al sicuro, ðķðđðđððąðēðŧðąðžð°ðķ ðąðķ ðšðŪðŧððēðŧðēðŋðē ðķðđ ð°ðžðŧððŋðžðđðđðž; la cultura alimentare gioca proprio in questo senso: "ðīðĶ ðð° ð§ðĒðŠ, ðĩðķðĩðĩð° ðĒðŊðĨðģðĒĖ ðĢðĶðŊðĶ".
â Ma ðđðŪ ððķððŪ ðŧðžðŧ ðð°ðžðŋðŋðē ðð ððŧ ðŊðķðŧðŪðŋðķðž. E quando parliamo di cibo e di corpi, ridurci a termini cosÃŽ inflessibili, in bianco e nero, ci impedisce di crescere e di cambiare.
ãģãĄãģã