Il ruolo dell’attività fisica nella prevenzione e gestione delle malattie croniche

Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, la sedentarietà è responsabile di oltre 5 milioni di morti ogni anno nel mondo.
Una cifra impressionante, che rende l’inattività fisica uno dei principali fattori di rischio modificabili per malattie cardiovascolari, diabete di tipo 2, alcuni tipi di tumore e molte altre patologie croniche.

Eppure, per molte persone, l’attività fisica è ancora vista come un “extra” opzionale, qualcosa da aggiungere solo se avanza tempo.
La realtà è che il movimento è parte integrante della cura, tanto quanto l’alimentazione o la terapia farmacologica.


1. Perché il movimento è una terapia

L’attività fisica regolare produce benefici misurabili su molti sistemi del corpo.
Questi sono solo alcuni:

●      Migliora la sensibilità insulinica e il metabolismo del glucosio

●      Riduce la pressione arteriosa e i livelli di colesterolo LDL

●      Aumenta il colesterolo HDL

●      Migliora la funzione endoteliale e la capacità polmonare

●      Riduce l’infiammazione sistemica

E la lista potrebbe continuare: il movimento influenza positivamente anche l’umore, la qualità del sonno, la memoria e la capacità di affrontare lo stress.

Ma perché questi benefici si mantengano nel tempo, è fondamentale la costanza: anche l’attività più modesta, se praticata regolarmente, è più efficace di sessioni intense ma sporadiche.


2. Dalla prescrizione alla vita reale

Come per l’alimentazione, anche per l’attività fisica esistono linee guida chiare:

●      Almeno 150 minuti di attività moderata o 75 minuti di attività vigorosa a settimana

●      Esercizi di rinforzo muscolare almeno 2 volte a settimana

●      Esercizi di flessibilità e mobilità articolare, raccomandati a tutte le età, con importanza crescente sopra i 65 anni per preservare indipendenza e prevenire cadute

La vera sfida è trasformare questi standard in abitudini quotidiane sostenibili.
Per essere efficace, l’attività fisica dovrebbe durare almeno 10 minuti consecutivi per attivare i benefici fisiologici.

Qui entra in gioco l’ascolto: capire cosa ti piace, quali sono i tuoi limiti e come integrare il movimento nella tua vita senza stravolgerla.


3. “Camminare è la migliore medicina dell’uomo”

Così scriveva Ippocrate, oltre duemila anni fa.
E oggi la ricerca conferma che anche attività semplici come camminare hanno benefici enormi, soprattutto se praticate con costanza.

Il punto non è quanto sia intensa l’attività, ma quanto sia continuativa.
La regolarità costruisce resilienza fisica e mentale.


4. Personalizzare per prevenire e curare

Ogni persona è diversa:

●      Chi ha una patologia cronica può trarre beneficio da programmi specifici e sicuri

●      Chi è in sovrappeso o obeso ha bisogno di un approccio graduale per evitare infortuni

●      Chi soffre di dolore cronico può integrare movimento dolce, come esercizi in acqua o stretching guidato

L’attività fisica non deve essere perfetta: deve essere adatta alla persona e sostenibile nel tempo.


Conclusione

Il movimento è un pilastro della prevenzione e della gestione delle malattie croniche.
Non è un’aggiunta, ma una parte integrante della terapia.
E ogni passo, letteralmente, è un investimento sulla propria salute futura.

📌 Spunto di consapevolezza
Se oggi ti muovi poco, non pensare di dover iniziare con grandi rivoluzioni.
Chiediti: Cosa posso fare domani che sia realistico e che posso ripetere anche dopodomani?
La costanza inizia da un primo passo.


Bibliografia essenziale

  1. World Health Organization. Global recommendations on physical activity for health. Geneva: WHO; 2010.

  2. Piercy KL, Troiano RP, Ballard RM, et al. The Physical Activity Guidelines for Americans. JAMA. 2018;320(19):2020–2028.

  3. Lee IM, Shiroma EJ, Lobelo F, et al. Effect of physical inactivity on major non-communicable diseases worldwide. Lancet. 2012;380(9838):219–229.

  4. Chodzko-Zajko WJ, Proctor DN, Fiatarone Singh MA, et al. Exercise and Physical Activity for Older Adults. Med Sci Sports Exerc. 2009;41(7):1510-1530.