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  • Immagine del redattoreDott.ssa Laura Moratti

Ho davvero fame?

Se siete tra quelle persone che vivono con difficoltà il proprio rapporto con il cibo e che tendono a spilluzzicare frequentemente, salvo poi andare a sopprimere i pasti principali per compensare oppure essere assaliti dal senso di colpa e di frustrazione per la quantità di cibo che si è appena ingerito, questo articolo ha lo scopo di aiutarvi a vivere più serenamente il vostro rapporto con il cibo.

Vi propongo quindi una breve guida per condurvi a vivere più consapevolmente un momento di fame emotiva grazie alle pratiche di Mindful Eating.



Molte persone compensano lo stress e le proprie emozioni, spesso negative ma anche positive, con il cibo. 

Innanzitutto, voglio precisare che non c’è nulla di intrinsecamente sbagliato nel provare fame emotiva e nel compensarla con il cibo!



D’altra parte, questo modus operandi è molto radicato in noi fin dai primissimi giorni di vita, quando la mamma ci offriva il seno per calmare il nostro pianto.

Il cibo non è mero nutrimento, ma anche soddisfazione dei sensi, piacere, gioia, condivisione ed è quindi normale, oltre che molto piacevole, andare a ricercare anche questa dimensione quando mangiamo.




La situazione si complica quando il cibo inizia a rappresentare l’unica opzione che conosciamo per affrontare situazioni spesso spiacevoli: questa nostra abitudine può diventare quindi una strategia disfunzionale rispetto alle nostre esigenze di salute fisica e psicologica andando così a perdere tutta la parte piacevole e gratificante del mangiare, accumulando senso di colpa, giudizio negativo, frustrazione.



Inoltre, quando mangiamo per fame emotiva, lo facciamo in maniera del tutto automatica, senza nemmeno renderci conto che stiamo provando un certo disagio: non gustiamo quello che abbiamo scelto di mangiare in quel momento, magari ci nascondiamo dai nostri familiari, mangiamo in piedi mentre stiamo svolgendo qualche altro compito.


L’obiettivo dell’esercizio di Mindful Eating che vi espongo è quello di diventare un po’ più consapevoli delle emozioni e dei bisogni che ci inducono a mangiare anche quando non abbiamo realmente fame, arrivando quindi a disporre, con il proseguire della pratica, di un ventaglio di opzioni diverse rispetto al cibo.



Non esiste una formula magica in grado di far sparire la propria fame emotiva, ma con l’esercizio costante, possiamo diventare maggiormente esperti di noi stessi e, quindi, più capaci di rispondere ai nostri reali bisogni, invece che compensarli automaticamente con il cibo.



Se lo si desidera, il cibo può comunque rimanere un’opzione tra le quali scegliere, non è infatti necessario eliminarla! Tuttavia, gustare consapevolmente il proprio cibo desiderato, quando si è davvero scelto di farlo, è ben diverso che mangiarlo in maniera automatica, di nascosto, o in piedi. 


 

Le semplici domande che seguono aprono la strada alla consapevolezza dei nostri reali bisogni e, quindi, ad un cambiamento significativo. 


1. Ho davvero fame? 

Quando senti l’impulso di andare a mangiare qualcosa, fermati per qualche istante. Connettiti con il tuo stomaco e con il corpo.

Nota se avverti sensazioni fisiche di fame come senso di vuoto, bruciore, crampi, calo di energia o di concentrazione.

Se la risposta è sì, allora non resta che mangiare.

Ma se senti di non essere davvero affamato, prosegui con le domande successive.


2. Di cosa ho realmente bisogno adesso? 


Prova ad individuare l’emozione, la sensazione, i pensieri, il bisogno insoddisfatto che ti sta facendo desiderare di mangiare.

Emozioni o sensazioni molto frequenti sono l’ansia, la preoccupazione, la frustrazione, la tristezza, la noia, l’irrequietezza, la rabbia. Se non riusciamo ben ad identificare il nostro stato, possiamo vedere se la parola ''scomodo'' può adattarsi meglio a noi.


Diventare consapevoli delle emozioni, delle sensazioni, e anche dei pensieri presenti in noi mentre ci apprestiamo a cercare conforto nel cibo, ci permette di ampliare le nostre scelte sulle altre possibili modalità, oltre al cibo, per compensare quella data emozione, stato d’animo o pensiero.


3. Quali opzioni ho oltre al cibo?


Una volta che hai individuato le tue emozioni o bisogni insoddisfatti, chiediti che cosa realmente può essere utile fare in questo momento: di cosa ho bisogno, in questo momento, per gestire in maniera funzionale i miei sentimenti attuali? Quali opzioni ho oltre al cibo?

Gestire in maniera funzionale vuol dire dare una risposta adeguata all’emozione o disagio che sto vivendo, per esempio:

- se noti che stai andando a mangiare per noia, la risposta funzionale in questo caso può essere  iniziare un’attività.

- se mangi perché ti senti stanco, la risposta per alcuni può essere concedersi anche solo 5 minuti di riposo, per altri prendere un po’ di aria fresca, oppure respirare consapevolmente per qualche minuto.

- se avverti una sensazione non identificata di agitazione o disagio, puoi usare anche alcune pratiche di mindfulness, mindful eating o di rilassamento.


L’intenzione principale degli esercizi è quella di riuscire ad avere a disposizione un ventaglio di opzioni oltre al cibo per andare incontro ai propri bisogni e scegliere consapevolmente un’opzione piuttosto che un’altra, in base al bisogno o alle possibilità del momento.

Tieni sempre presente queste domande e, se anche non capisci subito cosa ti serve, non ti preoccupare! Infatti, se le risposte che cerchiamo fossero sempre ovvie, non ti rivolgeresti al cibo, che rappresenta la risposta “facile”.


 

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